Cosa vedere in Alaska? Sogni un viaggio da quelle parti ma non sai da che parte cominciare ad organizzare l’itinerario? Come arrivare dall’Italia? E quanto costa un viaggio in Alaska? Si può organizzarlo in fai da te? A queste e a tante altre domande proverò a rispondere in questo blog post. Nei prossimi paragrafi ti spiegherò cosa vedere in Alaska, con un itinerario completo di tre settimane, come organizzare il viaggio in autonomia e una stima del costo totale.
Pianificare un viaggio in Alaska
Organizzare un viaggio in Alaska non è un’impresa proprio facilissima. In un territorio di dimensioni spropositate in cui le strade sono soltanto una soluzione secondaria per muoversi, decidere cosa vedere e come spostarsi può risultare difficile. Ci vuole una discreta organizzazione e idee molto chiare su dove andare e cosa vedere.
L’Alaska è lo stato più grande degli Stati Uniti, con un’estensione di circa 10 volte la media degli altri stati. L’Alaska può essere idealmente suddivisa, a mio avviso, in due macro-categorie: i territori coperti dalla rete stradale e… tutto il resto!
Viaggiare in quel “tutto il resto” è un’avventura che personalmente ritengo si addica ai più intrepidi, ai chi non teme le terre estreme, a chi abbia una decente esperienza in fatto di escursionismo e che, soprattutto, sappia gestire ogni genere di evenienza. Io non faccio parte di questa categoria, per niente. Amo la natura selvaggia, i paesaggi incontaminati, i luoghi silenziosi, ma non sognerei mai di addentrarmi in posti troppo isolati e ipoteticamente pericolosi.
Il mio viaggio in Alaska è stato quindi piuttosto “classico”. Il nostro itinerario di viaggio in Alaska è stato studiato, come è ovvio, in base alle nostre esigenze e preferenze personali. Oltre che al budget. Abbiamo rinunciato alle escursioni particolarmente costose (come ad esempio il celeberrimo volo in idrovolante a Kodiak Island) e alle zone difficili da raggiungere. Con un bimbo ancora piccolino abbiamo scartato i trekking oltre i 7 km.
Come arrivare in Alaska dall’Italia
Per arrivare in Alaska gli aeroporti di riferimento sono Anchorage o Fairbanks, gli unici due aeroporti internazionali dello Stato. Anchorage è servito da più voli. Esiste un solo volo diretto dall’Europa ed è quello che parte da Francoforte, operato da Condor. La soluzione più comoda ma certamente non la più economica. In tanti mesi di monitoraggio non l’ho mai visto a meno di 1.200€ a persona, quantomeno per il mese di agosto.
In alternativa, per raggiungere l’Alaska dall’Italia, dovrai passare per due scali. Io, ad esempio, ho transitato per Monaco e Chicago, prima di atterrare ad Anchorage. Tieni presente che se farai scalo in un aeroporto americano, dovrai ritirare il bagaglio e imbarcarlo nuovamente. Dovrai anche sottoporti al controllo immigrazione.
Quando andare in Alaska
La stagione migliore per un viaggio in Alaska è certamente l’estate. L’inverno è davvero molto rigido, primavera e autunno sono anch’esse stagioni assai fredde, ventose e piovoso. Devi considerare che la maggior parte delle strutture ricettive, i parchi, i mezzi di trasporto sono operativi solo da giugno a settembre. Viaggiare in Alaska in mesi diversi può certamente rivelarsi un’avventura particolare, ma decisamente poco agevole.
Come vestirsi per un viaggio in Alaska?
Anche se viaggerai in estate, dovrai prevedere un bagaglio variegato. Le temperature oscillano dai 20°C gradi delle zone più a sud, agli 0°C verso nord e durante la notte. Porta con te scarpe da trekking idrorepellenti, una giacca di media pesantezza, che sia soprattutto antivento, calzettoni pesanti. Indossa abbigliamento sportivo e non dimenticare una maglia termica, per ogni evenienza.
Quanto costa un viaggio in Alaska?
Un viaggio in Alaska non costa poco. È una destinazione molto lontana e costosa. La stagione turistica dura solo tre mesi, molte destinazioni sono difficili da raggiungere, gli spostamenti non sono sempre agevoli. Vediamo però nel dettaglio quali sono i costi più significativi che dovrai affrontare per viaggiare in Alaska:
- Biglietto aereo: 800/1.200€ a persona
- Auto a noleggio classe economy: 65/70 € al giorno
- Alloggi: 90-100€ per ostelli con bagno in comune, 140/150€ a notte o più per camere con bagno privato
- Escursioni: molto variabili, dai 40$ per il Denali National Park ai 500$ a persona per una gita in idrovolante
- Crociera: 900/1000€ a persona in alta stagione, per 7gg in pensione completa
- Traghetti: prezzo variabile a seconda della tratta
- Spese in loco: 15/20€ per un piatto unico
- 90/100€ a persona per l’assicurazione di viaggio
Cosa vedere in Alaska: itinerario di tre settimane
Giorno 1 Venezia – Anchorage
Il nostro viaggio di andata prevede due scali. Il primo è a Monaco, veloce e indolore, dura solo 1 ora e 45 minuti. Il secondo è a Chicago, dove ci aspettano il controllo immigrazione (che ricordo avviene SEMPRE al primo ingresso negli USA) e un cambio di terminal. Arriviamo ad Anchorage intorno alle 19. Dormiamo in città.
Dove dormire: Pernottiamo all’Inlet Tower Hotel, discreto, ma è la soluzione più economica che troviamo. Costo: 96€ senza colazione
Giorno 2 Anchorage – Denali National Park (380 Km)
Ritiriamo la macchina in Aeroporto ad Anchorage (noleggiata con Avis, la soluzione più economica trovata) e partiamo subito verso nord, in direzione Denali National Park. Ci fermiamo per pranzo a Talkeetna, che è una località assai turistica ma graziosa. Qui infatti operano diversi tour operator che propongono escursioni nella zona. Arriviamo nel tardo pomeriggio e ceniamo con quanto abbiamo comprato al supermercato.
Dove dormire: alloggiamo tre notti al Carlo Creek Lodge, in una deliziosa casetta di legno, con bagno in comune. Pulitissimo e location spettacolare, a circa 20 minuti di auto dall’ingresso del parco. Costo: 105€ notte.
Giorno 3 Denali National Park
Il parco Denali è una tappa obbligata in un qualsiasi itinerario di viaggio in Alaska. Grande quanto il New Hampshire, custodisce al suo interno la vetta più alta del Nord America (6.190 metri), che porta il nome del parco stesso. Oltre a un ambiente naturale incredibilmente variegato che spazia dalla tundra alla taiga e una fauna spettacolare.
Il parco non è visitabile in autonomia, vi è un’unica strada percorribile solo e soltanto con i bus del parco, con tour semplici o guidati di varia lunghezza. I pullman fanno delle soste, ogni viaggiatore è libero di scendere e risalire subito, oppure di aspettare una corsa successiva. I più intrepidi si avventurano all’interno del parco in maniera autonoma per affrontare trail anche di più giorni.
Noi scegliamo il tour non guidato (più economico) che dura circa 8 ore. Moltissimi gli animali avvistati, anche grazie alla disponibilità e dell’occhio lungo dell’autista, tra cui otto orsi grizzly, alci e caribù, sebbene abbia piovuto tutto il giorno (cosa assai frequente in quella zona). Il bus si ferma mi pare 6 volte in tutto, con fermate da 15 minuti, 30 al capolinea. I biglietti vanno prenotati online, sul sito del parco, con almeno qualche giorno di anticipo, specie in luglio-agosto.
Per il pranzo ci portiamo panini preparati da noi, all’interno del parco non vi sono punti di ristorazione.
GIORNO 4 Denali National Park
Il secondo giorno decidiamo di visitare il parco in autonomia, per quanto possibile. Al mattino percorriamo un trail nei pressi del centro visitatori. Si tratta del Horseshoe Lake Trail, un percorso di poco meno di 5 chilometri che, pur restando ai margini del parco, offre vedute davvero incredibili (l’allerta orsi è comunque esistente). In quella zona ce ne sono diversi di trail, nel centro visitatori c’è una mappa dettagliata con tutti i percorsi suddivisi per lunghezza e difficoltà, facilissimo scegliere quello adatto alle proprie esigenze.
Per pranzo risaliamo verso Healy, l’unico vero centro abitato della zona con un supermercato degno di questo nome. Andiamo alla 49th State Brewing, dove tra l’altro è collocata una copia del celeberrimo Magic Bus di Into the Wild.
Nel pomeriggio decidiamo di intraprendere anche il Savage River Loop Trail, che di fatto è l’unico percorso all’interno del parco raggiungibile con la propria auto (subito dopo, scatta il divieto), situato a circa 25 chilometri dal centro visitatori. È un trail ad anello lungo il fiume Savage, che in poco più di 3 chilometri attraversa lo spettacolare paesaggio della tundra. Decisamente il trail più bello affrontato durante questo mio itinerario di viaggio in Alaska. Il panorama è decisamente di un altro pianeta! Questo sentiero è particolarmente consigliato anche per i bambini. Allerta orsi sempre presente.
GIORNO 5 Denali – Fairbanks (200 Km)
Arriviamo a Fairbanks in tarda mattinata e decidiamo di fare un giro al mercato degli agricoltori locali. Amo molto questo genere di mercati perché offrono la possibilità di acquistare qualche souvenir artigianale e di mangiare un piatto caratteristico.
Facciamo un giro alla Silver Gulch Brewing, il birrificio più a nord degli USA (potevamo forse non andarci?!) per poi cenare in campeggio, usufruendo dell’ampia cucina comune e del barbecue.
Lungo la strada che collega il downtown e il birrificio c’è uno spettacolare punto di osservazione della Trans-Alaska Pipeline. Per chi non lo sapesse, si tratta di un oleodotto, varato nel 1977, che collega Prudhoe Bay (un immenso giacimento di petrolio) a Valdez. Praticamente attraversa l’intero stato ed è lungo precisamente 1.288 km (e infatti noi lo abbiamo visto più volte durante il nostro itinerario di viaggio in Alaska).
Dove dormire: Sven’s Basecamp Hostel. È un ostello, ma le sistemazioni sono diverse: piazzole per campeggiare, tende rigide con pavimentazione e letti, casette in legno e persino una casa sull’albero. Noi abbiamo la tenda rigida, che mio figlio adora al primo sguardo. Costo: 100€ a notte
GIORNO 6 Chena Hot Springs
Ci allontaniamo da Fairbanks per raggiungere le sorgenti termale della zona, le Chena Hot Springs. L’impianto è davvero molto bello, inserito in un contesto naturalistico davvero suggestivo. Bambini e ragazzi sotto i 18 anni non possono entrare nella vasca termale, ma c’è anche una piscina normale a pochi metri. Trascorriamo lì tutta la mattina e pranziamo al sacco.
Il downtown di Fairbanks è piuttosto deludente, sebbene vi siano alcuni musei di indubbio valore. Il più importante è certamente quello dell’Università dell’Alaska, che custodisce al suo interno storia, cultura e geologia di ogni zona dello stato.
GIORNO 7 Fairbanks – Copper Center (420 Km)
Percorriamo la leggendaria Richardson Higway, una delle prime autostrade costruite in Alaska (durante la corsa all’oro, alla fine del XIX secolo, sebbene la prima versione non fosse nemmeno asfaltata). Il percorso è lungo ma le vedute sono davvero straordinarie.
Ci fermiamo a dormire a Copper Center, dove non c’è praticamente nulla. Glenallen e Copper Center sono i due villaggi di riferimento per chi intende avventurarsi nello spettacolare Wrangell-St. Elias National Park, che noi invece decidiamo di non inserire nel nostro itinerario di viaggio, ma che riusciamo comunque ad ammirare da alcuni punti panorami dell’autostrada.
Dove dormire: dormiamo presso Uncle Nicola’s Inn. Non un gran che, onestamente. Ma in zona non c’è molto altro e i prezzi sono molto, molto elevati. Costo: 70€ per una camera con bagno in comune.
Giorno 8 Copper Center – Girwood (375 Km)
Percorriamo la Glenn Higway, altra strada panoramica che fa parte in verità dell’Alaska Route 1. Il punto di maggior interesse è senz’altro il Matanuska Glacier, accessibile via auto (fa parte di una riserva privata quindi viene richiesto un pedaggio di accesso), che noi però decidiamo di ammirare solo dai punti panoramici lungo l’autostrada. Ci fermiamo a Palmer per pranzo.
Palmer ha una storia davvero particolare. Nel 1935, in seguito alla grande depressione, fu oggetto di un importante esperimento di carattere economico-sociale. Le sue terre vennero messe a disposizione di alcune famiglie contadine provenienti da altri stati americani. Lo scopo era duplice: popolare la zona e dare una seconda possibilità a chi in quel periodo aveva perso tutto. Oggi Palmer è il centro agricolo più importante dell’Alaska grazie alle sue condizioni climatiche assai particolari che ne fanno un territorio molto fertile. Vicino al centro visitatori è possibile ammirare un “orto-museo” che contiene fiori e ortaggi coltivati nella zona.
Girdwood è una cittadina molto piccola ma vivace, situata in una valle spettacolare circondata da montagne e ghiacciai, nonché punto di accesso per la Foresta di Chugach). Qui c’è anche un importante comprensorio sciistico. Sarà la nostra base per due giorni.
Dove dormire: alloggiamo all’Alyeska Hostel, che più che un ostello è una casa privata con alcune camere a disposizione per gli ospiti. Siamo stati benissimo. Costo: 75€ a notte
GIORNO 9 Portage Glacier – Hope
Al mattino ci dirigiamo verso il vicino Portage Lake per partecipare all’escursione in barca verso l’omonimo ghiacciaio. Vi sono cinque crociere al giorno e volendo si può prenotare online. Il giro in barca dura un’oretta e ci porta molto vicino al ghiacciaio, tanto che riusciamo a sentirne il freddo e, soprattutto, il rumore. Il rumore di un ghiacciaio è qualcosa di veramente sconvolgente. Silenzioso ed assordante allo stesso tempo. Fino a quando un pezzo di ghiaccio si stacca e sconvolge tutto quel precario equilibrio. Un’esperienza davvero unica.
Ci dirigiamo poi verso Hope, una cittadina storica, nata nei primi anni della corsa all’oro. C’è un bel museo a cielo aperto che merita di essere visitato, con alcune casette in legno che riproducono vita quotidiana e lavorativa negli anni a cavallo tra il XVIII e XIX secolo.
Hope si affaccia sulla baia di Turnagain e qui, dove oceano e fiume si incontrano, si assiste ad un paesaggio davvero fuori dal comune e fuori dal mondo, per così dire. Migliaia sono i salmoni che nuotano in queste acque, nel disperato tentativo di tornare nel luogo dove sono venuti al mondo. Qui, in questo piccolissimo angolo di mondo, c’è tutta l’Alaska, quella che avevo sempre sognato leggendo libri e guardando film.
GIORNO 10 Copper Landing – Seward
Comincia così la nostra seconda settimana di viaggio in Alaska, nel cuore della Kenai Peninsula. Ci dirigiamo verso Copper Landing per intraprendere un trail lungo, sebbene non particolarmente difficoltoso. È il Russian River Falls Trail, quasi 8 km (andata e ritorno) in mezzo a boschi lussureggianti. Raggiungiamo una piccolissima radura con spettacolari cascate dove, ancora una volta, i salmoni saltano con una forza inaudita. Dopo l’ennesimo panino ci dirigiamo verso Seward.
Seward è un porto molto importante. Punto di partenza (o di arrivo) per la maggior parte delle navi da crociera (anche la nostra, infatti, salperà da qui), accesso principale per il Kenai Fjord National Park e centro nevralgico per la pesca locale. Seward è, in verità, poco più di un paesino, ma è molto affascinante e caratteristico.
Dove dormire: alloggiamo per due notti allo Steller Inn, un motel immerso nel verde, con i salmoni che nuotano a due metri dalle camere. Costo: 115€ a notte, camera con bagno in comune
GIORNO 11 Kenaj Fjord National Park
Questa è la giornata dell’escursione in barca. Ci affidiamo a Major Marine Tour che propone escursioni di diversa lunghezza e durata, alla scoperta di ghiacciai, baie ed insenature all’interno di questa incredibile riserva naturale. Scegliamo la versione da quasi 8 ore, prenotandola con un paio di mesi di anticipo. Costo: 500€ per due adulti e un bambino.
L’escursione si rivela indimenticabile. Ci avviciniamo a diversi ghiacciai, uno spettacolo che difficilmente riuscirò a dimenticare. Per il rumore, i colori, l’aria gelida e profumata che trafigge la pelle. Forse, la giornata più bella in questo nostro itinerario di viaggio in Alaska.
In serata, ci godiamo un’altra birra nel birrificio locale e una gustosa cena a base di pesce.
GIORNO 12 Seward – Anchorage (200 km)
La mattinata la dedichiamo all’acquario di Seward, davvero una bellissima esperienza. L’acquario è molto ben curato, al suo interno si possono ammirare foche, un gigantesco leone marino, diverse specie di uccelli e, ovviamente, pesci di tutte le sorti. Il percorso didattico interattivo è particolarmente indicato per i bambini ed è centrato in particolare sulle questioni ecologiche.
Ci dirigiamo quindi verso Anchorage, fermandoci in una delle tante aree pic-nic per il nostro consueto pranzo al sacco.
In serata facciamo un primo giro in centro città e mangiamo un hamburger.
Dove dormire: torniamo all’Inlet Tower Hotel
GIORNO 13 Anchorage
Anchorage viene definita da molti come la “Big Apple del Nord”. Non sono mai stata a New York ma immagino che il paragone sia dovuto ai (pochi) grattacieli presenti nel più grande centro urbano dell’Alaska (poco più di 294.000 abitanti). Anchorage è una tipica città americana: si sviluppa in altezza, c’è tanto cemento e le strade sono vuote. Nessuno cammina a piedi se non i turisti, i quali si aggirano spaesati alla ricerca dell’ennesimo souvenir.
Vi sono alcuni musei di pregio, questo va detto, ma a me la città non è piaciuta particolarmente. L’Alaska Museum è comunque una tappa da vedere.
GIORNO 14 Ritorno a Seward, imbarco
Dopo aver consegnato l’auto in aeroporto (avremmo potuto lasciarla a Seward ma c’è solo una compagnia di noleggio che lo consente e il drop-off è davvero molto caro) prendiamo un bus gran turismo che ci porta direttamente all’imbarco crociere a Seward.
La nostra crociera è con Royal Caribbean, a bordo della “Radiance of the Sea”. Di fronte a un colosso simile ci sentiamo davvero piccolissimi ma, al tempo stesso, emozionati per questa nuova esperienza.
GIORNO 15 Navigazione – Hubbard Glacier
Il primo giorno di crociera è di sola navigazione. Approfittiamo per divertirci in piscina (non è caldissimo ma c’è la vasca coperta) e faccio persino una corsa in palestra! Nel pomeriggio raggiungiamo l’Ubbard Galcier, l’unico ghiacciaio in tutta l’Alaska che al momento si trova in fase di espansione. Effettivamente è enorme, mastodontico, il più grande che abbiamo visto durante il nostro itinerario di viaggio in Alaska.
GIORNO 16 Juneau
Juneau è la capitale dell’Alaska. Con i suoi circa 30.000 abitanti è, di fatto, una cittadina che vive di turismo, grazie soprattutto alle grandi navi da crociera. Il Mendenhall glacier è probabilmente la meraviglia naturalistica più conosciuta. Per arrivare al ghiacciaio si può prendere un bus navetta, decisamente più comodo, che arriva fino al centro visitatori. In centro città è pieno di tour operator che propongono questo servizio. Costa $45 dollari a persona, oppure si può acquistare un’escursione con la compagnia di navigazione ad un prezzo più o meno uguale.
Noi invece decidiamo di prendere il bus cittadino, pubblico, che parte dalla stazione centrale al modico prezzo di $4 a persona (bambini gratis). La differenza è che la fermata è a circa 2,4 km dal centro visitatori. Se non ti dispiace camminare è senz’altro la soluzione più economica.
GIORNO 17 Skagway
Prenotiamoun’escursione con Royal Caribbean. Si tratta del giro in treno lungo il White Pass. Si tratta di una linea ferroviaria costruita alla fine del XIX secolo per agevolare gli spostamenti dei numerosi pionieri che dovevano transitare tra Alaska e Canada (a piedi lo facevano attraverso lo storico Chilkoot Trail, ancora oggi percorribile dagli escursionisti più esperti). La ferrovia è stata chiusa nel 1982, per riaprire poi sei anni dopo per soli scopi turistici.
L’escursione due tre ore scarse e regala effettivamente panorami davvero spettacolari.
GIORNO 18 Icy Strait Point
Più che un villaggio direi quasi un’insenatura. Il panorama è assai suggestivo, appena si oltrepassa il pontile del piccolo attracco (riservato alle grandi navi) si notano alcuni ristoranti, una bella spiaggia di sassi ed alcuni negozi di souvenir. Qui poterete partire per alcuni trail nel cuore della foresta oppure provare la zip line. Noi prendiamo il bus per Hoonah, una piccolissima comunità a pochi chilometri di distanza.
Questo villaggio secondo me è stupendo, così perfettamente inserito nel contesto naturalistico che lo circonda, un luogo davvero surreale. Rimaniamo qui tutta la mattinata per goderci l’aria fresca, il silenzio e scambiare due parole con un artista locale che intaglia il legno in modo spettacolare.
GIORNO 19 Ketchikan
Decidiamo di visitare il Saxman Totem Park (preso bus di linea per un totale di 8€, contro i 35€ a testa richiesti per la visita guidata con bus privato), che di fatto è uno dei luoghi di maggior interesse della città.
Nel pomeriggio facciamo il giro a piedi itinerante per la città, consigliato dalla guida che troviamo nel centro visitatori. Salmoni ovunque che risalgono, stoici, la corrente del fiume. Spettacolare è dir poco!
GIORNO 20 Navigazione – Inside Passage
Difficile raccontare la meraviglia di questa natura incontaminata, dove non vive nessuno per centinaia di chilometri. Balene e orche ci accompagnano per buona parte di questo viaggio in mezzo al nulla. Veramente emozionante. Trascorriamo buona parte del pomeriggio sul ponte della nave per ammirare questo spettacolo che ci lascia senza fiato.
L’Inside Passage è un continuo susseguirsi di baie, fiordi, spiagge e boschi. Ogni tanto (e intendo ogni qualche centinaio di chilometri) si intravede una piccola casetta, dimora di qualcuno che, evidentemente, non è interessato alla compagnia altrui!
GIORNO 21 Vancouver
Arriviamo a Vancouver alle 7 del mattino, sbarchiamo circa un’ora dopo, non prima di aver consumato l’ultima, abbondantissima colazione a bordo (ma quanto si mangia in crociera??). Giornata trascorsa tra lo Stanley Park e il downtown (essendoci già stati l’anno precedente, ce la prendiamo proprio come una giornata di spasso).
GIORNO 22 Rientro in Italia
Il nostro itinerario di viaggio in Alaska termina quindi in Canada. È da Vancouver che prendiamo il nostro volo di ritorno. Viaggiamo con Air Canada, con un velocissimo scalo a Montreal, che rende la traversata comunque piuttosto veloce. Arriviamo a Venezia in tarda mattinata, del giorno successivo.